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Il Cavallo Arabo: Storia e Caratteristiche

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Parlare della più bella fra le razze di cavalli esistenti al mondo significa chiamare in causa il cavallo Arabo.

Risultato di una millenaria selezione che ne ha consolidato il ruolo di apportatore di miglioramenti in tutte le altre razze sviluppatesi successivamente – tra le quali anche il Purosangue inglese –, sulle sue origini si discute ancora.

I ritrovamenti di resti rinvenuti nei deserti arabi ne collocano l’apparizione nella zona dell’attuale Arabia Saudita intorno ai 3000-2500 anni fa, anche se una serie di affascinanti e misteriose leggende avvolge di un fitto mistero l’origine del cavallo Arabo.

Una di queste vuole che la razza Araba abbia sette capostipiti, scelti dal mitico re Salomone fra i suoi oltre cinquantamila esemplari.

La tradizione popolare la fa invece discendere dalle cinque giumente che per prime raggiunsero la Mecca, inviate da Maometto per annunciare la vittoria.

I beduini, il popolo storicamente maggiormente impegnato nel suo utilizzo e sfruttamento, individuano i progenitori della razza dei cavalli arabi nello stallone Hoshaba e nella fattrice Baz, catturata nello Yemen da un discendente diretto di Noè – Bax, esperto domatore di cavalli –.

Le Vere Origini del Cavallo Arabo

In realtà, l’origine del cavallo arabo si colloca geograficamente in una regione corrispondente all’attuale Altopiano centrale dell’Asia, dal quale si è poi progressivamente spostato diffondendosi in Nordafrica e nella penisola Arabica.

Grande impulso alla diffusione di questa razza venne dall’ondata di espansione araba guidata dallo stesso Maometto nel VII secolo a.C.: attraverso la Spagna, gli splendidi cavalli arabi – distinguibili secondo uno dei massimi esperti in materia, Raswaan, in tre tipi fondamentali, l’Assil, il Purosangue Arabo e la Razza Araba – raggiunsero tutta l’Europa e in seguito il resto del pianeta, influenzando la quasi totalità della popolazione equina mondiale.

Secondo lo stesso Raswaan, originariamente tutti i cavalli arabi di sangue puro erano Kouhailan, una delle cinque linee di sangue indicate da Maometto – le altre sono Saklani, Manaki, Gilfi e Makladi –.

Dai Kouhailan sono derivate le circa 250 stirpi attualmente individuabili.

Caratteristiche Fisiche del Cavallo Arabo

Fra i tratti distintivi, a livello morfologico, spicca senza dubbio la conformazione della testa, inconfondibile e definita “da gazzella”: corta, estremamente raffinata, con narici molto grandi e gli occhi posti in una posizione più bassa rispetto alle altre razze, padiglioni auricolari molto fini e sottili.

Tipico del cavallo arabo è lo jibbah, la protuberanza a forma di scudo posta fra gli occhi e che si estende sino alle orecchie.

Altro tratto distintivo del capo è la particolare ampiezza dell’angolo formato dal collo e dalla testa, detto mitra, che consente un movimento della testa estremamente elastico e libero.

Molto caratteristica è anche la conformazione scheletrica: a differenza di tutti gli altri cavalli, l’Arabo ha 17 costole – anziché 18 –, 5 vertebre lombari invece di 6, e 16 caudali – in luogo delle 18 delle altre razze –.

Il corpo in generale, la groppa e gli arti nello specifico, sono alla base dell’estrema velocità che gli esemplari di razza araba sono in grado di sviluppare: la groppa è molto alta, lunga e aerodinamica, con anche molto muscolose.

Gli arti sono lunghi, sottili e robusti, con avambracci slanciati, garretti bassi, tendini molto forti, con appiombi perfetti.

Robustezza e doti di resistenza leggendarie, emerse nelle lunghe gare nel deserto, hanno permesso al cavallo arabo di farsi apprezzare anche in campo militare, soprattutto da quando, con il Rinascimento, le armature si fecero via via più leggere.

Lo stesso Napoleone montava solo cavalli arabi grigi, di cui possedeva numerosi esemplari e ne promosse l’adozione nelle scuderie francesi.

Le doti atletiche del cavallo arabo vengono infatti esaltate nelle competizioni sportive quali le corse in piano e l’Endurance, che richiedono grandissima velocità e resistenza.