Organizzazione del Trekking a Cavallo
Il trekking a cavallo “vero e proprio” richiede che tutto l’occorrente venga portato con se.
Il trekking a cavallo “vero e proprio” richiede che tutto l’occorrente venga portato con se.
Il primo passo è quello di penetrare nel box del cavallo, la sua casa.
L’animale, da subito, potrebbe mostrare qualche segnale di diffidenza, ma non bisognerà farsi intimorire.
Il piede del cavallo è costituito in maniera principale dallo zoccolo, una parte insensibile perché non attraversata da nervi o vasi sanguigni.
Sin dagli albori il rapporto fra l’uomo e il cavallo si è fondato principalmente sull’ebbrezza derivante dalla velocità, il che equivale a sostenere che le corse esistono da sempre, come dimostrato dai palii cittadini di origine rinascimentale, per la partecipazione ai quali non erano previsti allenamenti specifici, in quanto si trattava piuttosto di occasioni mondane, in cui principi e potenti tendevano ad affermare la propria leadership politica.
L’errata convinzione che il Polo sia una disciplina sportiva tipicamente britannica va eliminata.
Effettivamente la componente inglese è risultata decisiva nella diffusione a livello mondiale di tale sport, ma non si può prescindere dai dati storici che riportano come prima partita di Polo documentata della storia quella svoltasi circa 2600 anni fa fra turcomanni e persiani.
Il Nord America nell’800 ha rappresentato l’habitat naturale dei cow-boy, grazie ai quali si è diffusa la cosiddetta monta western, prodotto di accorgimenti e tecniche sviluppate durante il lavoro e il tempo libero.
La volta è l’esercizio base del dressage.
Quando il cavallo esegue la volta sposta lo sguardo nella direzione che sta per prendere, inclinando allo stesso tempo testa e corpo verso l’interno della curva che sta per effettuare.